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Lesioni muscolari

muscoli e lesioni muscolari

Le lesioni muscolari appartengono alla categoria di infortunio più frequente e temuto in ambito sportivo.

Il tessuto muscolare può subire danni a causa di traumi diretti o indiretti. Il trauma diretto è causato dall’urto fisico (caduta ad esempio): la contusione determina una lesione di fibre proporzionale allo stato di contrazione del muscolo al momento del trauma. Le lesioni muscolari indirette sono quelle causate dal lavoro muscolare stesso: contrazione troppo brusca, soprattutto se con il muscolo già affaticato o un allungamento eccessivo.

La contrazione brusca possiamo distinguerla in crampo e contrattura. In entrambi i casi non c’è comunque danno anatomico alle fibre muscolari ma solo disordine funzionale.

  • Il crampo è perlopiù legato a disturbi matabolici ed è molto frequente negli sport di endurance laddove il muscolo si trova a lavorare per molte ore consecutive: a un certo punto i meccanismi energetici si trovano in carenza  di alcuni elementi essenziali (sali minerali, per esempio) e avviene la contrazione violenta involontaria delle fibre muscolari che sfuggono al controllo neuromotorio. Si impone l’immediata cessazione dell’attività fisica ma il tutto torna alla normalità non appena si ristabilisce l’equilibrio idrosalino.
  • La contrattura è invece un meccanismo di difesa messo in atto per proteggere il tessuto che viene stimolato in allungamento oltre il suo limite fisiologico. Il tono muscolare aumenta in maniera più modesta rispetto al crampo ma in modo comunque involontario. E’ più frequente se non si è effettuato riscaldamento o inadeguata preparazione fisica al gesto atletico. Permette comunque il movimento, seppur con un calo del livello di prestazione ma richiede diversi giorni per risolversi completamente. Aiutano la guarigione il calore, la massoterapia e degli opportuni esercizi di stretching.

Le lesioni muscolari propriamente dette si distinguoni invece in base al danno anatomico in stiramento e strappo (che a sua volta può essere di 1°, 2°, 3° grado).

  • Nello stiramento, o elongazione muscolare, è una lesione di media entità che altera il normale tono muscolare. Avviene quando l’allungamento muscolare  supera la capacità elastica del muscolo e il tessuto comincia a “sfibrarsi”. Riconosce tra le cause la mancanza di riscaldamento  e di preparazione atletica, clima sfavorevole, attrezzatura e abbigliamento inadatti, sovraccarico di lavoro. Anche se non impone uno stop immediato perchè il movimento è comunque possibile, fermarsi immediatamente permette di di recuperare in tempi brevi (un paio di settimane) e di evitare danni maggiori. Impacchi caldo-umidi e bendaggio praticato dal fisioterapista faciliteranno la guarigione. Il “test delle scale” darà l’ok alla ripresa dell’attività fisica.
  • Se il danno alle fibre è consistente si parla di strappo che può essere di I, II e III grado a seconda del numero di fibre coinvolte. Il dolore è intenso e invalidante. La zona rimane rigida e contratta, edematoso ed ematosa. Nelle lesioni di I grado le fibre danneggiate sono poche, il dolore lieve ma accentuato durante i movimenti. Nelle lesioni di II grado il danno anatomico coinvolge un maggio numero di fibre. Il dolore è acuto, definito come una “fitta” ad ogni contrazione. La perdita di forza importante. Le lesioni di III grado sono chiamate anche lacerazioni a causa del gran numero di fibre muscolari interessate dal danno. Si determina una tale impotenza funzionale da impedire la stazione eretta se a carico degli arti inferiori. Al tatto si percepisce l’avvallamento determinato dallo strappo delle fibre. Tipici negli sport in cui è richiesto un gesto atletico “esplosivo”. La lesione di III grado può richiedere intervento chirurgico. La ripresa dello sport richiede mesi.

L’entità del danno può essere valutata da un’ ecografia. Con le  lesioni si impone lo stop dell’attività sportiva  e la distensione della muscolatura colpita. Il ghiaccio nelle prime ore riduce il versamento. Va invece evitato il calore. Utile la tecarterapia (il calore avvertito è endogeno).

 

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia