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La Cellulite

Pannicolopatia Edemato-Fibrosclerotica

La famosa e odiatissima “cellulite” vanta un nome improprio perché il suffisso “-ite” si riferisce a un processo infiammatorio che in realtà è assente in questo che è comunque non solo un problema estetico ma una patologia vera e propria. Il termine esatto sarebbe invece: Pannicolopatia Edemato-Fibrosclerotica (PEF).

Quello che succede infatti è una sofferenza del microcircolo  e del connettivo del tessuto adiposo sottocutaneo fino a degenerare in sclerosi. Spesso è scambiata per adiposità localizzata, frequentemente associata ma la nosologia è molto diversa.

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Fig. 1 L’aspetto a buccia d’arancia della cute è la punta dell’iceberg rappresentato dalla sofferenza dei tessuti sottostanti.

Cominciamo col dire che insorge in persone geneticamente predisposte e aggravata da fattori endocrini e comportamentali. Il primo stadio è caratterizzato da alterazioni del flusso sanguigno del microcircolo dell’ adipe con conseguente edema dello spazio intercellulare. Ciò determina  riduzione dell’elasticità tessutale e la comparsa di aree ipotermiche. A questo punto il tessuto fibroso risponde in modo abnorme alterando ulteriormente la densità dei tessuti fino a formare dei raggruppamenti di cellule adipose che si avvertono alla palpazione profonda come formazioni nodulari e danno alla cute il classico aspetto a “buccia d’arancia”. Questi noduli, in ultimo stadio diventano dolorosi alla palpazioni fino a sclerotizzare.

Fatte queste premesse risulta evidente come i massaggi estetici  (venduti per anti-cellulite) in vario modo profondi e  a volte aggressivi risultino addirittura dannosi laddove la situazione è determinata da una problematica in prima battuta circolatoria ed edematosa e che il trattamento elettivo dovrebbe invece essere il massaggio circolatorio e il linfodrenaggio effettuato da un operatore sanitario essendo l’aspetto estetico solo espressione di un quadro patologico sottostante. Massaggi più energici disgreganti l’organizzazione connettivale dei noduli possono essere indicati negli ultimi stadi della patologia laddove l’aspetto nodulare sia ormai conclamato ma ancora una volta e a maggior ragione la manualità dovrebbe essere competenza di personale specializzato in tutte quelle che  possono essere le conseguenze di una situazione tissutale così problematica.