P. è un paziente di 44 anni, sovrappeso da diversi anni. Riferisce ripetuti traumi distorsivi alla caviglia destra a partire dai 16 anni di età. I primi episodi giustificati dalla pratica di sport più o meno a rischio per questo tipo ti incidente (calcio, rugby, tennis). L’ultimo episodio risale a 2 anni fa e, seppur di lieve entità rispetto ai traumi precedenti, ha lasciato una sensazione di insicurezza nell’appoggio del piede. Negli ultimi mesi la sintomatologia ha creato problemi di dolenzia estesi a tutta la gamba fino all’articolazione del ginocchio. L’ortopedico al quale si è rivolto ha praticato delle infiltrazioni di cortisone per affrontare l’infiammazione articolare riscontrata ottenendo una riduzione del dolore significativa. Dopo alcuni mesi permane però una dolenzia che si manifesta solo a livello della caviglia quando comincia a camminare dopo qualche ora di riposo sdraiato o seduto. Il dolore tende a diminuire per poi riacutizzarsi se la “passeggiata” si prolunga troppo nel tempo. Oltre questo il paziente riferisce dii avvertire con maggior frequenza rispetto al passato un rumore, un “click” articolare fastidioso.
L’ortopedico ha prescritto per questo della chinesiterapia: 10 sedute di mobilizzazioni del piede e ginnastica propriocettiva. Insiste inoltre sull’aspetto infiammatorio dei tessuti molli prescrivendo ionoforesi con farmaco steroideo.
Alla prima seduta il piede si presenta molto rigido: tutte le articolazioni del metatarso e delle dita sono particolarmente poco mobili, anche la flesso-estensione della caviglia è molto limitata in netto contrasto con la capacità di inversione ed eversione della stessa (movimenti sul piano frontale).
Fig.1 Inversione (supinazione) ed Eversione (pronazione) del piede
La mobilizzazione operata dal fisioterapista si prefigge quindi di recuperare i gradi di movimento persi e una maggior adattabilità del piede che deve prevedere libertà di movimento di tutte le sue articolazioni. Nelle ore successive alla prima seduta il paziente riferisce dolore più acuto come conseguenza di una forzatura a movimenti che non eseguiva più da tempo, ma già dopo la terza seduta nota una netta riduzione della frequenza con cui avverte il click nella caviglia. L’appoggio del piede è più sicuro e si cominciano ad inserire esercizi di ginnastica propriocettiva; perlopiù di equilibrio su pedane instabili.
A metà del ciclo di fisioterapia i risultati sono già molto soddisfacenti sia in termini di percezione del dolore che di stabilità e sicurezza dell’appoggio durante il passo.
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia