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Lavoro d’equipe per caso di Lombalgia puntiforme: l’osteopatia

colonna vertebrale

V, paziente uomo di  62 anni

Anamnesi

Il paziente si presenta a me dopo aver fatto alcune sedute fisioterapiche con massaggi, kinesi e terapia fisica (tecar, laser..) con il collega Flavio e prima di passare  al lavoro di ginnastica posturale  con Manuela per un dolore posteriore al fianco dx che se pur migliorato è ancora presente alla digitopressione. Durante l’attività lavorativa non avverte particolari disagi se non la presenza latente di una tensione che avverte in diversi movimenti, senza specificarne uno in particolare. Il dolore è presente sia di giorno alla pressione che di notte a riposo. Non c’è una posizione che riduca il dolore. Il paziente inoltre dichiara di aver avuto piccole problematiche renali con calcoli e renella e di non aver subito traumi sulla zona dolorante. Nessun precedente chirurgico degno di nota e nessuna patologia da segnalare.

Test

Il dolore è localizzato per lo più lateralmente alla colonna in una zona chiamata triangolo lombo-costo-addominale di Grynfellt, nella zona tra la XII costa e la cresta iliaca a livello della trasversa di L3-L4. Eseguo la manovra di Giordano per verificare la dolorabilità renale a livello dell’angolo costo vertebrale. pertanto si fanno delle percussioni con il pugno sulla mano aperta al livello di K-12 e L1 tra la giunzione dell’arcata dei lombi e dello psoas valutandone la dolorabilità. La manovra è positiva. Rigidità lombare durante la flesso-estensione non lamentando un movimento più dell’altro. Il dolore non si irradia agli arti inferiori. È presente una contrattura dei muscoli psoas e quadrato dei lombi. Test di ascolto locale sull’addome positivo che attrae la mia mano in basso a dx. Facendo un test di inibizione noto che seppur evocando dolore la mobilità migliora. Anche il test sulla membrana otturatoria è positivo.

 

Fig. 1. Test membrana otturatoria. (Foto  tratta da “Osteopatia in campo viscerale. Addome” Autore: Roberto Pagliaro D.O. Marrapese Editore, 2006)

L3 è in restrizione di mobilità posteriore a dx. Alla fine suppongo ci sia una problematica di tipo renale che abbia portato rigidità della fascia post-renale e tutti i sintomi che sono stati evidenziati dal paziente.

Trattamento

Il trattamento inizia cercando di rilassare innanzitutto il muscolo diaframma data la sua inserzione in vicinanza dei reni.

Fig. 2. Trattamento diaframma.  Foto  tratta da “Osteopatia in campo viscerale. Addome” Autore: Roberto Pagliaro D.O. Marrapese Editore, 2006)

 

Dopo di che effettuo un lavoro di leggero rilassamento e allungamento dei muscoli psoas e del quadrato dei lombi spesso vittime degli organi adiacenti.

 

Fig. 3 Manovra di rilassamento  muscolare. Foto  tratta da “Osteopatia in campo viscerale. Addome” Autore: Roberto Pagliaro D.O. Marrapese Editore, 2006)

Per lavorare al meglio la fascia post-renale effettuo uno manovra ponendo il paziente sul fianco dx alto nella classica chiusura in chiave lumbar-roll dove il pollice della mano caudale (mano sx) si colloca nello spazio di Grynfellt e l’arto craniale (mano dx) localizza la chiusura adeguando la rotazione del corpo del paziente. Con il dito si cerca di entrare più in profondità verso l’alto in avanti e all’interno in direzione della faccia posteriore del rene.  Si agisce con delle piccole vibrazioni cercando di stimolare e defibrotizzare la fascia post-renale e tutte le strutture muscolari che possono fissare posteriormente il rene. In seguito effettuo un trust in chiusura per riallineare L3 che era in disfunzione.

Termino il trattamento con una tecnica di rilassamento dei tessuti sulla membrana otturatoria per il suo collegamento anatomico alle sintomatologie renali. Effetto nuovamente i test e c’è subito un netto miglioramento della sintomatologia anche se il dolore è vagamente presente.

Prognosi

I tessuti dovranno acquisire le nuove informazioni e pertanto chiedo al paziente di rivederci dopo 20gg e nel mentre di effettuare un’ecografia per verificare la situazione renale in relazione ai precedenti con calcoli.

Quando il paziente torna sta molto meglio, l’ecografia ha  negato presenza di calcoli tranne qualche formazione cistica al rene sx. Pertanto il secondo trattamento si limita ad eliminare le tensioni e i compensi che si erano venuti a creare per le varie posizioni antalgiche assunte durante il periodo algico.

Dott.Emanuele Di Segni, D.O e Fisioterapista