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Lombalgia ricorrente

lombalgia

M.G. si presenta alla prima seduta di fisioterapia a settembre 2020 come una donna di  48 anni, in salute e in forma fisica: attenta all’alimentazione, non pratica sport intensi ma si mantiene attiva camminando regolarmente a passo svelto per circa un’ora almeno 5 volte a settimana. Questo fino al lockdown di marzo-aprile, mesi in cui per forza di cose la sua vita è diventata più sedentaria. Mai avuto problematiche di mal di schiena fino ad allora, si trova adesso a dover fare i conti con blocchi lombari più o meno acuti ai quali ogni volta ha cercato motivazioni che potessero giustificare gli eventi: sedia di lavoro scomoda in casa rispetto a quelle ergonomiche cui era abituata in ufficio; lavori domestici più intensi; e in ultimo aiutare il marito nelle attività quotidiane, vittima anche lui  di una lombalgia acuta ad agosto. Le indagini strumentali non hanno evidenziato nulla di patologico a carico della struttura muscolo scheletrica: piccoli “danni” degenerativi compatibili con l’età.

All’esame obiettivo la paziente si presenta con una postura molto rigida: le curve fisiologiche della colonna vertebrale sono mantenute ma supportate da  una condizione di rigidità muscolare  che ne impedisce anche piccoli movimenti. La paziente respira superficialmente, sembra aver paura di muovere troppo la zona lombare anche con un respiro profondo.

È la paziente perfetta per un programma di back-school: la paziente viene invitata e aiutata a prendere consapevolezza del proprio corpo e delle proprie tensioni; incoraggiata a respirare più profondamente e a provare gradualmente a mobilizzare la colonna. Il tutto supportato da terapia manuale (massoterapia), per aiutare il rilassamento muscolare e non solo: il massaggio connettivale agisce sul sistema neurovegetativo. Si coinvolge gradualmente tutto il corpo con esercizi di  mobilità, aiutati da stretching di alcuni muscoli particolarmente irrigiditi, “accorciati” dalla sedentarietà degli ultimi mesi e si inizia a dare maggiore tono a quelli che per lo stesso motivo si sono eccessivamente indeboliti.

Si tranquillizza la paziente allo svolgimento delle attività quotidiane, di igiene personale e domestiche insegnando il modo corretto per flettersi, spostare pesi, mantenere la posizione seduta corretta durante le ore lavorative e non.

Dopo circa un mese di trattamenti (sedute bisettimanali) la paziente si sente molto più sicura nell’affrontare i banali movimenti quotidiani ed ha acquisito maggiore articolarità e flessibilità su tutti i piani di movimento senza avvertire dolore o blocco dovuta alla “paura del dolore”.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia