Trauma distorsivo di caviglia

gambe gonfie

Trauma distorsivo di caviglia: gestione fisioterapica

Vediamo un caso fi trauma distorsivo della caviglia con interessamento legamentoso e osseo.

Premessa

Le lesioni distorsive di caviglia rappresentano un’evenienza frequente, soprattutto in ambito sportivo. Tuttavia, anche incidenti stradali, come nel caso presentato, possono determinare traumi complessi con interessamento di diverse strutture articolari e periarticolari. La corretta gestione di tali lesioni richiede un’accurata valutazione e un programma riabilitativo personalizzato, finalizzato al recupero funzionale completo e alla prevenzione di complicanze a lungo termine.

Caso clinico

Una paziente di 30 anni, praticante attività sportiva amatoriale (palestra, sala pesi), è giunta alla nostra osservazione a seguito di un incidente stradale in motorino. La paziente ha riportato un trauma da impatto sulla caviglia destra, con meccanismo di distorsione in inversione e rotazione esterna.
Esami strumentali
La risonanza magnetica ha evidenziato:
  •   Lesione del legamento peroneo astragalico anteriore e posteriore;
  •  *Edema intraspongioso di astragalo, malleolo tibiale e peroneale;
  •  *Versamento articolare nelle articolazioni tibio-tarsica e sottoastragalica;
  • Tenosinovite dei tendini tibiale posteriore e Achilleo.

Sintomatologia

La paziente presentava dolore alla palpazione diffusa in sede perimalleolare, con impotenza funzionale e limitazione della mobilità articolare in tutti i piani di movimento.  Si osservava inoltre edema e tumefazione in sede perimalleolare e al dorso del piede.

Programma riabilitativo

Il programma riabilitativo è stato strutturato in diverse fasi, con obiettivi specifici per ogni fase:
Fase 1: Controllo del dolore e dell’infiammazione
  •   Immobilizzazione: Tutore walker rimovibile per la deambulazione con canadesi;
  •  Crioterapia: Applicazione di ghiaccio più volte al giorno per 15-20 minuti;
  •   Terapia fisica: Laserterapia ad alta potenza per ridurre l’infiammazione e il dolore;
  • Esercizi: Mobilizzazioni passive delicate per mantenere il range di movimento articolare,  esercizi isometrici per i muscoli della gamba.
Fase 2: Recupero della mobilità articolare
  •  Rimozione graduale del tutore: Inizio del carico parziale con progressione guidata;
  •  Esercizi: Mobilizzazioni attive assistite, stretching della muscolatura posteriore della gamba (gastrocnemio, soleo, tibiale posteriore);
  •  Propriocezione: Esercizi di equilibrio statico e dinamico su superfici stabili, con progressione verso superfici instabili.
Fase 3: Rinforzo muscolare
  • Esercizi: Esercizi isotonici con elastici e pesi per i muscoli peronei, tibiale anteriore e posteriore, flessori ed estensori delle dita.
  •  Progressione: Esercizi in catena cinetica chiusa (squat, affondi, step-up) per migliorare la forza e la stabilità.

Fase 4: Ritorno all’attività

  •   Esercizi: Pliometria (saltelli, balzi) per migliorare la reattività e la potenza muscolare.
  •   Propriocezione avanzata: Percorsi ad ostacoli, esercizi con palla medica.
  •  Rieducazione al gesto sportivo:  Reinserimento graduale all’attività sportiva specifica, con esercizi specifici per la disciplina praticata.

Considerazioni

La paziente ha presentato un recupero graduale, con iniziale difficoltà nella gestione del dolore e della limitazione funzionale. Il percorso riabilitativo è stato adattato in base alla sintomatologia e ai progressi della paziente, con particolare attenzione al recupero della propriocezione e della stabilità articolare.

Conclusioni

La gestione di un trauma distorsivo di caviglia richiede un approccio multifattoriale, che includa la terapia fisica, l’esercizio terapeutico e l’educazione del paziente. La collaborazione tra fisioterapista e paziente è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi riabilitativi e per un ritorno sicuro all’attività sportiva e alle attività di vita quotidiana.
  •  Questo caso clinico dimostra l’importanza di un programma riabilitativo personalizzato, che tenga conto delle specifiche esigenze del paziente e delle caratteristiche della lesione;
  •  La riabilitazione deve essere graduale e progressiva, per evitare sovraccarichi e recidive;
  •  L’educazione del paziente è fondamentale per la prevenzione di futuri infortuni.

Flavio Canavacci, Dott. in Fisioterapia