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Capsulite adesiva

spalla congelata

La capsulite adesiva è una sindrome che colpisce la spalla provocando dolore nei movimenti che si presentano comunque  abnormemente ridotti in ampiezza sia attivamente che passivamente, tanto da attribuire allo stato il nome di “spalla congelata“. Il sintomo più importante è la rigidità, infatti, che limita anche i movimenti della quotidianità (allacciarsi il reggiseno, infilare le maniche di una giacca, manovre alla guida dell’auto….).

Gli esami strumentali evidenziano un’ispessimento delle strutture molli: tendini, legamenti e soprattutto della capsula.

capsulite adesiva

Fig. 1 La capsula articolare irrigidita e fibrotica.

Non si riconosce una causa scatenante ma sono stati individuati alcuni fattori predisponenti:

  • atrosi, che mantenendo costanti o perlomeno frequenti delle vere fasi acute di infiammazione articolare tende ad attivare i fenomeni che comportano l’irrigidimento delle strutture periarticolari;
  • patologie della cuffia dei rotatori: le infiammazioni (piuttosto frequenti, come incidenza sulla popolazione) a carico dei tendini della scapola  innescano lo stesso meccanismo reattivo della scapola;
  • malattie metaboliche, quali ad esempio il diabete, alterano per loro stessa natura la componente elastica dei tessuti connettivali dei quali la capsula è formata.

La patologia tende a risolversi spontaneamente ma in un periodo di tempo che può superare i due anni.

La fisioterapia può accorciare notevolmente i tempi di recupero: si procede infatti a un piano di recupero della mobilità che prevede lavoro manuale con massoterapia  per diminuire la tensione sulle strutture coinvolte. Le mobilizzazioni passive devono essere molto graduali per non innescare un fisiologico ulteriore irrigidimento, come meccanismo di difesa al dolore ma coadiuvate da un’intensa partecipazione del paziente incaricato di ripetere più volte al giorno gli esercizi consigliati ed evitare i movimenti che invece tendono ad aggravare la rigidità, anche se all’apparenza innocui (non dolorosi)

Sarà l’ortopedico invece a stabilire la necessità di coadiuvare l’intervento fisioterapico con eventuale somministrazione, anche tramite infiltrazioni locali di farmaci antinfiammatori steroidei e non (FANS).

Il protocollo descritto raramente non raggiunge i risultati voluti, evitando così l’intervento chirurgico di resezione della capsula, che seppur eseguito  in artroscopia, necessità di un programma di recupero post- operatorio piuttosto lungo ed impegnativo.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia