Cicatrici

La cicatrizzazione è il processo di riparazione tissutale sia cutaneo che non, conseguente a una lesione. Non sempre la cicatrice si presenta “innocente” in un organismo;  anzi, il più delle volte può provocare disturbi ai vari sistemi anche se non sempre esteticamente brutta o percepita come fastidiosa.

Quando una cicatrice è elemento di disturbo, viene definita tossica e può provocare disturbi posturali, circolatori, metabolici e psicologici.

Analizziamo i vari casi:

  • Postura: la cicatrice  funziona come una cucitura su un tessuto strappato che genera tensioni sul tessuto stesso. La tensione cutanea e sottocutanea generata provoca una risposta muscolare non voluta mirata a detendere la parte stirata e generando quindi un’alterazione del tono muscolare della catena muscolare coinvolta;
  • Circolazione: la maggiore densità del tessuto provoca un rallentamento (se non addirittura un blocco) della circolazione linfatica;
  • Metabolismo: lo sfioramento del tessuto cicatriziale (soprattutto se avvertito come fastidioso) determina  una produzione di adrenalina, come risposta a un evento stressante; l’adrenalina provoca uno stato ipoglicemico che induce a mangiare (soprattutto zuccheri);
  • Legata a un evento spiacevole (chirurgia o incidente) la cicatrice spesso corrisponde a una vera e propria “cicatrice psicologica”  per cui il tessuto reagisce a uno stimolo neanche troppo forte a una parte di sè che non si vorrebbe nemmeno vedere

TRATTAMENTO

Una cicatrice riconosciuta come “patologica” deve essere  trattata anche se di vecchia data finché non viene “neutralizzata”.  La terapia  può prevedere tecniche manuali (massaggio più o meno profondo con tecniche specifiche e uso di creme o olio ozonizzato), fisiche (tecar®, laser, ultrasuoni), infiltrative da medico dermatologo.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia