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Flebite e tromboflebite

tromboflebite

La flebite è l’infiammazione della parete interna dei vasi venosi e riconosce cause scatenanti di origine traumatica, chirurgica, infettiva, ecc. Si localizza perlopiù nei grandi vasi delle pelvi e degli arti inferiori (tipica la flebite della vena safena) e può essere superficiale o profonda. Può formarsi un trombo (coagulo di sangue) all’interno del vaso infiammato e allora si parla di flebotrombosi. Il trombo può distaccarsi e formare un embolo (massa anomala circolante) che può finire per ostruire un vaso e interromperne la circolazione (tromboflebite).

I pazienti allettati  (pazienti chirurgici, traumatizzati, partorienti, ecc.) sono considerati pazienti a rischio e per questo è importante procedere al precocemente con una terapia preventiva a base di farmaci anticoagulanti. Il fisioterapista sarà chiamato in causa per:

  • eseguire massoterapia circolatoria;
  • procedere a mobilizzazioni passive di tutte le articolazioni degli arti inferiori;
  • insegnare al paziente esercizi isotonici e isometrici degli arti inferiori;
  • istruire il paziente agli esercizi di Buerger (un programma di esercizi atti a migliorare la circolazione delle estremità messo a punto per i pazienti a rischio di piede diabetico).

Il programma viene interrotto al primo segno di flebotrombosi già in atto (dolore ed edema).

Alla comparsa dell’affezione si mette quindi la gamba a riposo in posizione declive e si proteggono i piedi dall’eventualità di  traumi. Si applica contenimento elastico. In un secondo tempo (circa 15 giorni) il fisioterapista ricomincia una graduale mobilizzazione delle articolazioni, una massoterapia delicata e suggerisce un blando programma di esercizi attivi accompagnati da esercizi respiratori. Man mano che il dolore regredisce si autorizza il paziente a mettersi seduto e poi a rifare i primi passi (sempre con contenimento elastico .

Dopo circa tre settimane il pericolo di distacco del trombo è contenuto e si può procedere a una mobilizzazione articolare più ampia. Il paziente ricomincia a fare esercizi attivi. Rimane proibita la deambulazione prolungata e si consiglia l’uso di pomate favorenti la circolazione.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia