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Lesione del menisco

l'infortunio è un evento abbastanza frequente durante la carriera sportiva

 

Anatomia

Prima di parlare della lesione dei menischi, vediamone  anatomia e funzione. I menischi sono due “guarnizioni a forma di C”, di tessuto  fibro-cartilagineo. Si distinguono in interno ed esterno, localizzati tra il rispettivo condilo femorale e il piatto tibiale. Servono ad attutire  il carico articolare e a stabilizzare l’articolazione.

Fig. 1 Anatomia del ginocchio

Durante i movimenti del ginocchio, per renderli fluidi, i due menischi subiscono trazione in virtù dei quali si spostano. Se lo sforzo è eccessivo o il movimento troppo rapido, i menischi si possono danneggiare.

Lesione

La lesione del menisco può avere diverse forme, a seconda di dove incide  fisicamente il menisco (margine, corno o corpo).

 

menischi

Fig. 2 Anatomia dei menischi. Le estremità di ciascuna “C” prendono il nome di corno. Se ne di distingue per ciascun menisco, uno anteriore e uno posteriore

Anche la direzione della fissurazione può variare (radiale, longitudinale od orizzontale). Può essere di origine degenerativa per invecchiamento o malattie reumatiche, soprattutto in soggetti over 50. Nei giovani è frequente la causa traumatica: di solito a seguito di una torsione del ginocchio che incastra il menisco tra i capi articolari, schiacciandolo.

Sintomi

Al momento della lesione si potrebbe avvertire un rumore ma non necessariamente il dolore che può insorgere anche dopo alcuni giorni insieme al gonfiore.

Si può avere difficoltà ad estendere completamente il ginocchio fino ad arrivare ad un vero e proprio blocco articolare.

La diagnosi è clinica e strumentale: allo specialista potrebbe essere necessaria una Risonanza magnetica per valutare l’entità del danno.

Cura

In prima battuta si adotta il protocollo R.I.C.E.

  • R(eset): riposo: per almeno un paio di giorni
  • I(ce): ghiaccio: da tenere per 15-20 minuti ogni 2 ore nelle prime 48/72 ore
  • C(ompression): con fascia elastica per uso medico per attenuare l’edema
  • E(levation): tenere la gamba più in alto del cuore il più possibile.

Poi sarà il medico a prescrivere farmaci antidolorifici e fisioterapia prima  di valutare la necessità di intervento chirurgico. Quest’ultimo si deciderà anche in base alle esigenze funzionali del soggetto in relazione alla gravità della lesione.

Molto spesso  è sufficiente la terapia conservativa basata su  buon protocollo riabilitativo: laser hilt®, chinesiterapia, ginnastica propriocettiva.

 

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia