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Periostite

struttura dell'osso

Un problema comune  a molti atleti, e che non risparmia in modo particolare i runner di tutti i livelli, è l’infiammazione della membrana di rivestimento delle ossa (il periostio), detta periostite.

I muscoli che flettono dorsalmente il piede (Tibiale anteriore, Estensore lungo dell’alluce, Estensore lungo delle dita), sono situati anteriormente alla gamba, tra tibia e perone, e sono contenuti da una fascia di tessuto connettivo. La stessa membrana interossea (che è tesa tra le due ossa della gamba) serve come punto di inserzione per alcuni muscoli dell’arto. Altri si inseriscono direttamente sulla struttura ossea, entrando perciò in intimo contatto con il periostio: le inserzioni tendinei spesso lo attraversano!

struttura dell'osso

Fig. 1 Viene rappresentato l’osso nella sua struttura con i vari strati tissutali che lo costituiscono

Avviene così che la contrazione muscolare Mettendo in forte tensione la porzione tendinea di questi muscoli “scolla” fisicamente il periostio dalla sottostante superficie ossea. Si formano delle microscopiche lesioni che appaiono poi come cavità emorragiche e infiammate.

Come detto è patologia frequente soprattutto negli atleti  che corrono lunghe distanze e nei repentini aumento di carico di allenamento. I muscoli lavorando sono maggiormente irrorati, e per questo aumentano di volume, a volte più di quanto sia concesso dall’elasticità della fascia che li avvolge, mettendo sotto stress le strutture, prima con la “sindrome del tibiale anteriore” e poi con la periostite. Il processo di guarigione viene ostacolato dalla mancanza di riposo, anzi,  il ripetersi degli stress può far degenerare la situazione in microfratture (della corticale dell’osso), situazione ancora più dolorosa.

Per quanto riguarda il podista i fattori predisponenti sono la corsa su superfici dure con scarpe non adatte e la debolezza della volta plantare: il crollo dell’arco plantare determina infatti maggiore tensione a carico del tibiale anteriore ad ogni passo.

La terapia fisioterapica prevede il riposo e il ghiaccio, magnetoterapia, e tecniche manuale sulla muscolatura responsabile.

Particolarmente indicati i campi magnetici pulsati dell’EnerPulse, la cui intensità e frequenza dei segnali garantisce un effetto di mobilizzazione dei liquidi effettivamente profondi fino all’osso, molto più efficaci dei campi magnetici generati dai classici apparecchi idi magnetoterapia.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia