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Pubalgia

La pubalgia è una infiammazione dei tendini dei muscoli che si inseriscono sul pube: adduttori in primo luogo ma anche addominali. Il dolore riconosce cause tipiche delle patologie muscolari e tendinee ma anche infezioni, neoplasie, etc.
La causa più frequente è comunque il sovraccarico, o i microtraumi ripetuti nel tempo, per questo è frequente negli sportivi sia amatoriali che professionisti soprattutto calciatori, rugbisti e podisti i n quanto cambi di direzione, contrasti e terreni sconnessi sono tutti fattori facilitanti l’insorgere della sofferenza.
Le due ossa del pube si articolano tra di loro attraverso la sinfisi pubica che si trova messa a dura prova, alterando la biomeccanica del bacino, sotto la tensione dei muscoli adduttori e degli addominali (come nell’atto del calciare con forza il pallone). Cause “non sportive” di dolore inguinale possono essere ricercate in lesioni ossee (fratturative o tumorali), compressioni meccaniche dei nervi del distretto corporeo.
Sono considerati fattori predisponenti: quadri patologici a carico dell’articolazione dell’anca e dell’articolazione sacro-iliaca, un dislivello del bacino iperlordosi lombare, debolezza dei muscoli addominali, rigidità dei muscoli adduttori e degli ischio-crurali (muscoli posteriori), sovrappeso. Peggiorano il quadro programmi di allenamento eccessivi con calzature inadeguate.
Il dolore può essere a livelli tali da provocare impotenza funzionale, impossibilità a praticare attività sportiva. La cosa più giusta da fare sarebbe fermarsi per 3 settimane ai primi cenni di dolore prima che il quadro clinico peggiori fino a diventare dolente anche la palpazione e i più semplici movimenti di adduzione.
Una volta escluse le altre cause dell’algia l’ecografia può evidenziare la sofferenza muscolo-tendinea e una semplice radiografia il coinvolgimento del tessuto osseo.
Il trattamento fisioterapico prevede il riposo e il riequilibrio della muscolatura coinvolta: potenziamento di quella debole, stretching di quella ipertonica. A questo fa seguito la ginnastica posturale per scongiurare il rischio di recidive e una messa a punto del programma di allenamento da seguire dove la parola d’ordine deve essere “gradualità”, l’adozione di attrezzatura adeguata (scarpe) e la riduzione delle attività stressanti (corsa in discesa).