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Sindrome del tunnel carpale

La sindrome del tunnel carpale è una forma di neuropatia nella quale il nervo mediano, uno dei nervi principali dell’arto superiore, si trova intrappolato (stretto, compresso)  nello spazio anatomico che attraversa a livello del polso. Lo spazio risulta delimitato appunto dalle ossa del polso e da un “ponte” fibroso: il legamento carpale che rappresenta appunto  il tunnel.

anatomia del tunnel carpale

Fig.1 Anatomia del tunnel carpale. Si individuano il nervo mediano e i tendini dei muscoli flessori

Colpisce in prevalenza il sesso femminile e si presenta con un quadro sintomatologico caratterizzato da:

  • dolore  (frequentemente intenso durante la notte);
  • formicolio;
  • debolezza della mano.

Il dolore è localizzato sul palmo della mano, all’indice, al medio e parzialmente all’anulare.

Lo specialista farà comunque dei test specifici per formulare una diagnosi esatta ed eventualmente individuare quelle che possono essere altre cause del quadro clinico che si presenta.

La patologia sembra essere correlata allo svolgimento di  attività professionali e sportive che prevedono la prolungata chiusura a pugno, specie se in vibrazione (tipica negli operai che fanno uso del martello pneumatico, di chi pratica ciclismo, etc, etc).  Il quadro anatomico  è caratterizzato  da un’ipertrofia della membrana dei muscoli flessori (tessuto connettivo).

La fisioterapia permette spesso di scongiurare un intervento chirurgico di sezione del legamento carpale, lavorando sulla catena muscolare di tutto il braccio a partire dal tratto cervicale. Nella maggior parte dei casi, infatti, la sindrome vede alimentata la sua sintomatologia da irrigidimento di tutta la catena muscolare con blocchi articolari e rigidità anche anatomicamente lontani dalla mano. Queste problematiche  sono per altro poi peggiorative la sindrome stessa.

Di aiuto alcuni principi fisici come ultrasuoni e laserterapia locali (palmo della mano), trovano quindi particolare indicazione le mobilizzazioni cervicali, il massaggio connettivale lungo tutto l’arto superiore ed opportune manovre ed esercizi di stretching coinvolgenti i muscoli del braccio e dell’avambraccio.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia