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Pressoterapia Sequenziale ad aria

pressoterapia

La  pressoterapia sequenziale ad aria è una metodica molto utile nel trattamento dell’insufficienza linfatica e venosa.

Il macchinario  è costituito da  un compressore e un sistema di camera d’aria disposte  lungo la lunghezza dell’arto da trattare. Le camere vengono gonfiate in maniera sequenziale dalla più distale alla più prossimale per un tempo complessivo di circa 30 secondi. Lo svuotamento passivo delle camere avviene contemporaneamente alla fine di ogni sequenza. L’intero ciclo viene ripetuto più volte per una durata totale di trattamento di circa 45 minuti. Di solito è considerata terapia d’ausilio al trattamento di linfodrenaggio manualedel quale rispetta i principi di funzionamento per cui la pressione esercitata non deve essere eccessiva (45-50 mmHg) e costante nelle varie camere d’aria: sono la circonferenza crescente del segmento da trattare e la sequenzialità della spinta che garantiscono il gradiente pressorio necessario alla mobilizzazione dei ristagni e lo svuotamento dei vasi.

trattamento di pressoterapia

Fig. 1 Trattamento di pressoterapia agli arti inferiori

Il macchinario a disposizione presso Fisioeuropa dispone peraltro di particolari solette che esercitano pressione  e stimolazione della pianta del piede atte ad attivare ulteriormente il sistema di ritorno venoso.

solette per pressoterapia

Fig. 2 Solette di stimolazione pressoria della volta plantare

pressoterapia braccio

Fig. 3 Trattamento di pressoterapia agli art0 superiore

La metodica risulta particolarmente efficace se eseguita previo svuotamento delle stazioni linfonodali come nella tecnica di drenaggio manuale. Le manovre sono spiegate al paziente al primo trattamento in modo che possa così eseguirle da solo prima di ogni seduta.

Trova indicazione nel Linfedema, il Flebedema e il Flebolinfedema ma viene eseguita  a scopo preventivo  in casi di insufficienza venosa senza edema, soprattutto nelle situazioni a rischio di sviluppare una situazione di sofferenza (stagione estiva,  inattività prolungata, lunga ospedalizzazione, decorso fratturativo).

Da evitare in caso di trombosi venosa profonda (rischio di embolia), di varicoflebiti e di insufficienza cardiaca (l’aumento di volume di sangue in circolo potrebbe affaticare ulteriormente il cuore fino al rischio di edema polmonare acuto.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia