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La “Paralisi facciale idiopatica” o Paralisi di Bell colpisce il settimo nervo facciale. Per i dettagli sulla eziopatogenesi, diagnosi e abituale decorso rimandiamo all’articolo generico.
Qui ricordiamo solo la sintomatologia che porta il paziente ad accorgrtsi della situazione: asimmetria evidente del volto che si evidenzia cercando di sorridere e impossibilità a chiudere completamente l’occhio dell’emivolto colpito.
Caso clinico
La paziente arriva alla nostra osservazione dopo soli 3 giorni dal manifestarsi della situazione. La situazione si era manifestata all’inizio con un “fastidio” all’occhio con sensazione di difficoltà ad indirizzare lo sguardo ai lati. Fenomeno attribuito alla stanchezza essendo stato avvertito nel pieno di una giornata lavorativa trascorsa davanti allo schermo del computer. La mattina seguente la sintomatologia si è poi manifestata al completo con:
- assenza di rughe nell’emivolto osservabile soprattutto sul labbro superiore;
- impossibilità a chiudere completamente l’occhio colpito;
- sorriso vistosamente asimmetrico;
- difficolta a bere senza “sbrotolarsi”.
La paziente impaurita si è recata al pronto soccorso dove una TAC ha escluso ipotesi più gravi e i medici hanno decretato la diagnosi di paralisi del nervo facciale prescrivendo cortisone per alcuni giorni e fisioterapia.
Anamnesi
La paziente non riferisce casi simili in famiglia nè di aver avuto precedenti in tal senso. Le viene spiegato che la paresi può secondo alcuni autori essere riferibile ad una brusca esposizione al freddo che lei ricorda aver subito qualche giorno prima e non nell’immediate ore precedenti l’evento.
Trattamento
Arrivata alla mia osservazione dedico gran parte della seduta al massagio connettivale del viso riscontrando già una migliorata chiusura dell’occhio. Fatto che percepisce anche la paziente vedendo “meno luce” con gli occhi chiusi.
Si passa poi a mobilizzare i tessuti del viso forzando in maniera passiva le espressioni base del viso e chiedendo poi alla paziente di attivare i muscoli per riprodurle facilitando l’esercizio con degli stimoli propriocettivi. Si invita la paziente a ripetere gli esercizi anche a casa.
Alla seconda seduta (dopo 4 giorni) la paziente à già in grado di chiudere completamente l’occhio e di corrugare la fronte in maniera simmetrica. Anche l’asimmetria del sorriso è diminuita seppur ancora molto evidente. Si concentra il lavoro sia di massaggio connettivale che di chinesiterapia sui muscoli del distretto inferiore soprattutto: il muscolo orbicolare della bocca, il depressore dell’angolo della bocca, il depressore del labbro inferiore, il buccinatore, il risorio e il mentale.
Alla terza seduta la paziente riferisce di essere tornata a bere da un bicchiere senza problemi. Il lavoro prosegue sulla chinesi aumentando la difficoltà degli esercizi e a 35 giorni si riscontra la “normalità” recuperata.
Conclusioni
Accanto al lavoro di ginnastica attivo e passivo il massaggio connettivale si riconferma efficace a ristabilire la funzionalità del nostro corpo.
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia