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Alluce varo

alluce varo

L’alluce varo è una deformazione poco frequente in cui il primo dito del piede risulta deviato verso l’interno  (l’altro piede) di pochi gradi fino ad arrivare a 80. A volte coinvolge solo la prima falange, spesso coesiste rotazione esterna dell’alluce che può essere di  grado più o meno elevato.

Riconosce cause congenite ed acquisite e necessita spesso d’intervento chirurgico.

Rx alluce varo

Fig. 1 Rx della patologia

C. A., 45 anni si presenta a studio con un dolore a livello del malleolo mediale del piede che da qualche mese gli impedisce di correre. L’anamnesi disegna un alluce varo destro con rotazione del metatarso di III grado  (definito rarissimo dal suo ortopedico). Situazione che peraltro non ha mai limitato l’attività fisica del soggetto, runner amatoriale di discreto livello percorrendo distanze fino alla mezza maratona. Il paziente è in trattamento  ortopedico e  gli  sono stati progettati dei plantari con i quali pratica sport da 7 anni.

Da quando è comparso questo dolore ha adottato anche dei plantari da riposo con i quali non ha risolto la sintomatologia.

All’esame clinico si evince che il dolore scompare in eversione del piede e si evidenzia un deficit dei muscoli peronieri.

Il paziente presenta inoltre spiccata rigidità di tutta la colonna vertebrale, in particolare a livello del tratto cervicale.

Esegue quindi trattamenti osteopatici in abbinamento a trattamenti fisioterapici di mobilizzazione articolare del piede  e vengono consigliati esercizi di attivazione muscolare da eseguire a casa con regolarità. A dieci giorni dal primo incontro il paziente riferisce netto miglioramento della sintomatologia.

Dopo un mese è tornato a correre brevi distanze avvertendo solo una dolenzia che non aumenta né durante l’attività, né dopo l’esercizio.

Ottobre 2018: a più di un anno dalla sospensione della terapia, C.A. ha mantenuto e ulteriormente migliorato i risultati ottenuti con la fisioterapia, continuando ad eseguire gli esercizi indicati ed è tornato a gareggiare sui 10.000 metri e più con ritmi più che soddisfacenti per lui.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia