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Reflusso gastroesofageo neonatale

reflusso gastroesofageo

Maschio, V.D, 4 mesi, neonato: soggetto con reflusso gastroesofageo persistente.

Anamnesi

– Gravidanza: durante il primo trimestre la mamma ha sofferto di frequenti nausee: il secondo trimestre è stato più sereno e senza grandi problemi; il terzo trimestre ha sofferto di sciatalgia trattata e risolta osteopaticamente.

– Parto: naturale. 39° settimana. Il travaglio è stato molto lungo e stancante perché il bambino aveva un giro di cordone attorno alla vita che gli ha creato delle difficoltà nella fase espulsiva, tanto che i medici hanno praticato l’episiotomia e hanno usato la ventosa.

– Allattamento: al seno. La mamma racconta che il bambino preferisce il seno sinistro e in generale è un bambino vorace e agitato.

La mamma riferisce un reflusso importante in termini di quantità e frequenza. Il bambino inarca la schiena dopo le poppate, è agitato e piange spesso.

Anatomia

Molto di frequente nei primi mesi di vita, il reflusso è uno dei disturbi più comune nei neonati; a causare il reflusso può essere l’immaturità del cardias, lo sfintere che collega stomaco ed esofago e impedisce la risalita del cibo, fisiologico nei primi 3 mesi di vita, ma anche una compressione delle suture del cranio o dei tessuti membranosi intracranici in un parto difficile, che tendono a creare irritazioni di strutture nervose alla base del cranio, in particolar modo del X nervo cranico, detto vago, che innerva lo stomaco e l’esofago .

Test e trattamento

In prima seduta si osserva la forma del cranio che si presenta un po’ schiacciato sul lato sinistro dell’occipite.

Attraverso test osteopatici si riscontra e si tratta una restrizione di mobilità tra occipite e prima vertebra cervicale di sinistra, che disturba l’emergenza dei nervi IX-X-XI dal forame giugulare e dei nervi frenici lungo il loro decorso cervicale.

Oltre a testare e trattare il cranio si controlla anche la mobilità del diaframma toracico e del sacro e poi si riequilibrano rispetto al cranio.

In seconda seduta, avvenuta a 15 giorni di distanza dalla prima, la mamma riferisce che il bambino è meno agitato e rigurgita piccole quantità di latte con frequenza molto minore.

In terza seduta il bambino non preferisce più solo un seno e il reflusso è veramente minimo.

Conclusioni

In questo paziente, seguendo il ragionamento clinico osteopatico, la diminuita mobilità tra occipite e la prima vertebra cervicale ha generato tensioni sull’emergenza del nervo vago che ha contribuito a scatenare il forte reflusso gastroesofageo del paziente.

Elena Arena, Osteopata