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Anca a scatto

anca a scatto

L’anca a scatto viene lamentata come sensazione di scatto all’interno dell’articolazione durante i movimenti sui vari piani. Solo raramente la sensazione si associa al dolore.

L’anca a scatto non dolorosa non è da considerarsi una patologia vera e propria ma un’alterazione della biomeccanica articolare. È più frequente nelle donne, perlopiù giovani (tra ii 20 e i 30 anni) e praticanti attività come danza o ginnastica artistica.

A COSA È DOVUTO LO SCATTO

Esclusa  la presenza di corpi estranei nell’articolazione o sublussazioni lo scatto è da ricondursi a tre cause principali:

  • depressione articolare che si viene a formare durante la flessione dell’anca (stesso meccanismo del classico “scrocchio delle dita“);
  • strutture come il legamento ileofemorale o il tendine del muscolo ileo-psoas che scattano sopra la testa del femore;
  • instabilità articolare, frequente dopo un parto o un trauma, ma in questo caso lo scatto viene avvertito a livello della sinfisi pubica.
CLINICA

Si riconoscono più frequentemente due forme:

  • anca a scatto anteriore: a livello dell’inguine si percepisce  un rapido movimento a scatto durante l’estensione dell’anca. Il rumore è sordo. In questo caso a lungo andare può anche comparire il dolore  e quindi si sconsiglia di svolgere attività sportive che dovessero evocare troppo spesso lo scatto. Anche un intervento chirurgico correttivo non autorizzerebbe a sovraccaricare di nuovo la biomeccanica articolare.
  • anca a scatto esterna: è la variante più frequente. Nei soggetti molto magri è possibile palpare una “corda” che passa da davanti a dietro il grande trocantere. Si tratta del grande gluteo o del tensore della fascia lata con la sua bandelletta durante il movimento di flessione e rotazione interna dell’anca.
TRATTAMENTO

Il trattamento conservativo delle forme “benigne” prevede la riduzione dei carichi di lavoro stressanti l’articolazione  ed opportuni esercizi di stretching  dei muscoli chiamati in causa nei movimenti dell’articolazione per evitare che la situazione degeneri in borsite del trocantere.

 

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia