La sindrome femoro-rotulea

rotula

La sindrome femoro-rotulea è definita come una situazione patologica caratterizzata da dolore intorno alla rotula accentuato dai movimenti che aumentano la pressione della stessa sul femore. È una condizione non meglio diagnosticabile, se non come squilibrio tra i fasci muscolari del quadricipite che mantengono l’equilibrio della rotula. Il vasto mediale è il settore che più facilmente si trova debole ad una prima analisi ed è su questo che la riabilitazione fino ad oggi si è maggiormente concentrata. Recenti studi hanno però messo in evidenza la relazione con tutto l’asse funzionale dell’arto, riconoscendo in una riduzione di forza dei muscoli dell’anca un disallineamento che metterebbe sotto stress l’articolazione femoro-rotulea. In quest’ottica i professionisti si sono spostati su un lavoro più generale, inserendo nel programma terapeutico anche esercizi mirati agli adduttori e ai glutei.

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Fig. 1 La rotula, tenuta in asse dal complesso equilibrio della tensione dei fasci muscolari che con i loro tendini su di essa si inseriscono. 

Alla base del corretto programma fisioterapico da seguire in questo quadro clinico è quindi fondamentale un’attenta valutazione iniziale che  consideri le forze agenti sul ginocchio, la funzionalità dell’anca che a  sua volta non può essere scissa dalla postura del soggetto. La fisioterapia sarà quindi fondamentalmente basata sulla chinesiterapia per rinforzare i settori più deboli ed esercizi di stretching per ridare elasticità a quelli più rigidi degli arti inferiori in toto. Il programma deve, per quanto detto, prevedere anche della ginnastica mirata al tronco e al miglioramento della postura del paziente.

Considerato che molto spesso si tratta di giovani soggetti perlopiù sportivi è utile anche una valutazione del gesto atletico per correggere eventuali vizi che potrebbero provocare recidive e controllare l’appoggio del piede anche e soprattutto con le scarpe normalmente utilizzate durante l’attività sportiva.

La chinesiterapia  può essere preceduta o coadiuvata da macchinari ad azione analgesica ed antinfiammatoria laddove la sintomatologia sia molto impegnativa: tecar e laser i più usati.

Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia