Il mal di schiena nei tennisti è problematica abbastanza diffusa.
Molto spesso si pensa a i danni provocati dalla pratica del tennis solo in relazione agli arti superiori e a quelli inferiori, ma la colonna vertebrale costituisce la base di sostegno che permette la trasmissione fluida di forza agli arti. Una base di sostegno insufficiente non permette di generare una potenza significativa con gli arti superiori. Nel servizio del tennis si attiva il gruppo dei muscoli della cuffia dei rotatori della spalla ma le forze di propulsione sono generate dal tronco e dalle gambe: in questo gioca un ruolo fondamentale la stabilizzazione del centro di gravità posizionato davanti alla seconda e alla terza vertebra lombare (L2 e L3). Gran parte della forza generata nei colpi di tennis è dovuta alla torsione del rachide che è messo in tensione da questo tipo di movimento. La rotazione accompagnata dalla flessione può danneggiare la parte posteriore dell’anello fibroso del disco intervertebrale predisponendo al verificarsi di protrusioni ed ernie discali.
Alcuni accorgimenti che il fisioterapista attento può consigliare al tennista più o meno esperto possono ridurre notevolmente lo stress provocato alla colonna e di conseguenza il rischio di arrivare a danni più seri a carico della colonna. Fondamentale per esempio la flessione delle gambe per aiutare la colonna a produrre l’impulso di slancio al braccio che esegue il servizio, nell’esecuzione del colpo rovescio, le gambe devono aiutare la produzione del movimento rotatorio per ridurre la componente di questo movimento a livello spinale. Nell’impostare il colpo diritto, è il braccio che deve indietreggiare per ridurre la spinta richiesta dalla torsione del tronco.
La superficie del campo che attutisce meglio i colpi sia alla colonna che agli arti è quella in terra, meglio dei cementi e spesso anche dell’erba.
Un buon programma fisioterapico di prevenzione e riabilitazione del tennista deve prevedere un miglioramento di:
- flessibilità: flessori e rotatori dell’anca, nonché ileo-psoas devono essere flessibili per assorbire parte delle rotazioni ed estensioni richieste alla colonna nel raggiungere la palla. La loro tensione deve essere simmetrica per evitare rotazioni posturali del bacino e del tratto lombare. La muscolatura della spalla deve avere massima elasticità per consentire ampi movimenti senza dolore. Fondamentale la corretta esecuzione degli esercizi di stretching;
- mobilità articolare, di pari passo all’elasticità muscolare deve essere garantita la mobilità di tutte le articolazioni, bisogna scongiurare blocchi e limitazioni meccaniche;
- forza, occorre rinforzare la muscolatura degli arti inferiori per garantire una buona base di sostegno alla colonna ma anche i muscoli addominali e tutti quelli toracolombari sono necessari per stabilizzare e diminuire i traumi alla colonna nelle forze di rotazione.
Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia
(da un lavoro di JASaal, Stanford University, San Francisco)